La rinascita del whisky scozzese in Italia


C’è sempre un po’ d’Italia nel resto del mondo…
Non a caso, sono sempre più in voga i whisky che si fanno un bel riposino in botti di Marsala, Amarone e Passito di Pantelleria.
Siamo la generazione cresciuta con la televisione affollata di pubblicità di alcolici, che promettevano il «gusto pieno della vita», quella che ha visto nascere la Milano da bere, una generazione in cui ancora il whisky era considerato roba da intenditori, un regalo per le grandi occasioni, o merce rara destinata ai collezionisti.

Ma siamo realmente sicuri che serve essere intenditori per apprezzare un buon Scotch?
La risposta la troviamo in quella che possiamo considerare una nuova era per questo distillato nobile, che sta vivendo una second life proprio grazie agli italiani.

D’altronde si sa, gli italiani sono sempre stati degli esterofili alla continua ricerca della bellezza in ogni settore: dalla moda alla buona cucina, con particolare attenzione al buon bere. E fin qui siamo tutti d’accordo, ma è pur vero che noi italiani siamo grandi bevitori di vino e birra (e qualche buona grappa).

Ma perché adesso il whisky sta destando tanta attenzione?

La parola chiave in questo caso è qualità, che unita al superamento del mito, secondo il quale per bere whisky devi essere ricco sfondato, ha portato gli italiani ad appassionarsi sempre di più ai distillati, che cavalcano l’onda della varietà e maggiore accessibilità.

Quindi adesso il whisky è per tutti?
Non è esattamente questo il messaggio che vogliamo lanciare, ma stando alle stime attuali la categoria whisky costituisce ben l’8% del mercato italiano degli alcolici, quindi lo scotch whisky rappresenta ben i 3/4 di tutto il whisky consumato in Italia. Inoltre tra gli Scotch il mercato dei Single Malt ha registrato risultati molto positivi, dimostrando la presenza di consumatori sempre più interessati a prodotti di qualità. Merito anche dello Scottish Development International, ente governativo che supporta commercio e investimenti, Italia inclusa.

Ma se vi dicessimo che Scozia e Italia non sono mai state cosi lontane come si è portati a credere?
I due Paesi in fatto di whisky hanno molto in comune, pensate un attimo ai nostri rinomati imbottigliatori indipendenti, ai selezionatori e agli importatori: Silvano Samaroli, Silver Seal o ancora Bonfanti e a seguire la Wilson&Morgan – che nonostante porti un nome britannico – cela le origini italiane della famiglia Rossi di Treviso, ed infine la Moon Import, storico marchio genovese fondato alla fine del ‘900.
Possiamo dire che gli italiani sono sempre stati un popolo di santi, poeti, e collezionisti di Whisky!
E se vogliamo dirla tutta, non è nemmeno una novità che l’Italia si sia cimentata anche nella produzione vera e propria di whisky: troviamo in Val Venosta la distilleria Puni, che lavora con malto d’orzo, malto di segale e malto di frumento; in Brianza la distilleria Strada Ferrata, distilleria artigianale che affonda le sue radici nel mondo della birra; e ancora la veneta Poli che ha stupito tutti con il suo secondo imbottigliamento di whisky di malto “Segretario Di Stato”.

Insomma il whisky ha bisogno di nuovi consumatori
Lo abbiamo già detto, in passato il whisky era considerato nel nostro Bel Paese come materia per pochi eletti, difficile o magari nocivo per il suo alto potere alcolico. Oggi siamo giunti ad una consapevolezza ben diversa, grazie alla capacità di rendere interattive le comunicazioni, corroborate da un numero crescente di eventi fieristici in grado di generare un confronto sui distillati sempre più costruttivo e affascinante. In Scozia il whisky è parte della cultura e tradizione locale, è un prodotto che non conosce ceto sociale e ha uno stretto legame con la natura, il territorio e soprattutto l’artigianalità. Adesso anche l’Italia può dirsi pronta ad accogliere un nuovo modo di bere, che rende più intrigante la convivialità, ma senza esclusioni particolari: il whisky oggi è alla portata di chiunque voglia provare esperienze nuove, divertendosi e imparando anche qualcosa di nuovo.

Whisky non è semplicemente bere un’acquavite, ma è soprattutto assaporare un’idea, un pezzo di storia, un viaggio sensoriale che racchiude in sé tutti gli elementi giusti per risvegliare i nostri sensi e i ricordi più preziosi!

 

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